Rilanciamo un articolo dal blog Calcarea:
Mario Di Gallo ha messo a punto una presentazione del metodo di valutazione di pericolo di valanghe chiamato “PENSAEVAI”, realizzato nel 2011 su un modello canadese da Anselmo Cagnati, del Centro Valanghe di Arabba.
[ NDR: Mario Di Gallo è guida alpina, fortissimo alpinista e Presidente dell’A.S.C.A. – non dovrebbe avere bisogno di presentazioni! ]
L’ambiente montano invernale, frequentato fino a pochi anni fa solo da appassionati scialpinisti, ora vede comparire numerosi nuovi protagonisti. Scialpinisti in gara, freeriders, snowboarder, utilizzatori di racchette da neve o semplici escursionisti.
Grande importanza deve essere quindi data alla diffusione di metodi semplici per la valutazione del rischio che queste persone assumono e nel cercare di informare il più possibile i nuovi frequentatori.
Dovendo organizzare una qualsiasi attività in ambiente innevato ci sono alcuni passi preliminari da rispettare.
- Attenta e costante attenzione ai fenomeni meteorologici, la sequenza delle condizioni meteo è di fondamentale importanza
- Attenta lettura del bollettino nivometeo
- Pianificazione dell’uscita a tavolino
A questo punto c’è il processo decisionale. Si parte o non si parte? Qui entrano in gioco i vari metodi semplificati per la valutazione del pericolo da valanga che ci aiutano a fare una reale analisi del rischio e ci guidano nel prendere una decisione.
Oltre a pensaevai ecco un elenco dei più noti a partire dal metodo di Munter:
- Metodo delle riduzioni ed il filtro 3×3 di Werner Munter
Werner Munter, 3×3 Lawinen, (ISBN: 3763320601, Bergverlag Rother)
Il metodo più famoso ed anche il capostipite della serie.
Utilizza tre filtri regionali per osservare i tre fattori alla base di una valanga.
W. Munter, “Se si percorrono solo quei pendii che hanno superato tutti e tre i filtri, allora il rischio residuo è umanamente accettabile”.
Disponibile anche come semplice applicazione per smartphone - Nivotest di Robert Bolognesi
Una semplice card con 25 domande riguardanti il meteo, la copertura nevosa, l’itinerario ed i partecipanti. Una risposta positiva andrà ad incrementare un punteggio che alla fine indicherà il grado di rischio. - Snowcard del D.A.V.
rappresentazione visiva del rischio in base a fattori quali ripidezza, esposizione, grado di pericolosità
- Stop or Go del OeAV, di Michael Larcher e Robert Purtscheller
basato sul lavoro del Munter e disponibile sul sito dell’ OeAV - Nivolab di Lorenzo Iachelini e Martino Peterlongo
Un pieghevole che utilizza il metodo 3×3 del Munter integrandolo con altri studi sulla stabilità dei lastroni, in italiano
Tutti questi metodi servono a separare l’analisi della situazione dalla decisione. In questo modo la persona inesperta viene guidata nel formarsi un metodo di valutazione personale e l’esperto invece riesce a mantenere alta la sua capacità critica e ad evitare di cadere nelle trappole dell’abitudine e della troppa conoscenza del territorio che spesso lo portano ad una errata valutazione del reale rischio.
A proposito dei “esperti” in montagna vi lasciamo con un paio di letture, alcune ricordate qualche giorno fa sempre su Calcarea:
La rivista CAI aprile 2010: Il rischio valanghe Fattore umano e trappole euristiche
Heuristic Traps in Recreational Avalanche Accidents: Evidence and Implications by Ian McCammon
Alcune piccole considerazioni non sempre ovvie:
Immaginate un breve pendio innevato di 20×30 metri, con circa 30 cm di neve. Sapete quanto pesa?
Da un minimo di 32 tonnellate se fresca a ben 90 tonnellate…
La sopravvivenza dei sepolti da valanga è del 90% nei primi 15 minuti e solo del 30% una volta passati 35 minuti… quindi l’unico metodo davvero efficace di soccorso è quello fornito dagli stessi componenti del gruppo del (o dei) sepolti. ARTVA + pala + sonda!
False Certezze