La via dedicata a Sergio Liessi e al CAI di Tolmezzo.
[NOTA 31/10/2016: a richiesta forniamo la traccia gps del percorso, si prega però di leggere la relazione dei salitori, pubblicata su “Alpi Venete”, e di considerare che il percorso è riservato a persone con ottima esperienza di montagna, piede fermo e senza vertigini… ma soprattutto con un buon senso dell’orientamento!!!…. via-dell-anello-monte-sernio.gpx]
“Devi venire a fare il sentiero che ho intenzione di dedicare a Sergio Liessi e alla sezione Cai di Tolmezzo”.
Questo è ciò che mi disse Adriano Sbrizzai appena conosciuto otto mesi fa circa durante l’inaugurazione della palestra di arrampicata indoor “Erwin Maier” di Paluzza.
“E’ bellissimo e lo devi venire a provare, corre lungo la cresta sud – ovest.”
Ho accolto l’invito con un misto di scetticismo e curiosità.
Passano i mesi, e a inizio settembre arriva la “convocazione”. Adriano ci chiama per il giro inaugurale di questo percorso. Il gruppo è costituito da quattro soci della sezione Cai di Ravascletto (Adriano ed Emiliano Sbrizzai, Sandri Ireno ed Agostino Screm), e la nutrita rappresentanza della sezione di Cai di Tolmezzo (Benzoni Alessandro, Pietro De Faccio, Adriana Bonanni, Gerometta Lorenzo, Giovanni Anziutti, Brollo Silvano, Iob Enrico).
Tempo di salutarci nei pressi di rio Ambruseit dove lasciamo la macchina che subito si parte con un buon passo. Lungo il sentiero Adriano mi spiega con dovizia di particolari come è nata l’idea di questo percorso: Sergio Sabadelli, Sergio Liessi e Silvano Brollo l’avevano pensato molti anni fa, ma la difficoltà di alcuni passaggi ricoperti di distese di mughi avevano fatto desistere dall’intento.
E’ così che Adriano decide, un anno fa circa, che è ora di riprovarci, assieme a suo figlio Emiliano. Armati di quanto necessario per aprire il sentiero, cominciano un incessante lavoro che, promettono, non deluderà.
Lasciato sulla sinistra il ricovero forestale di Palasecca di mezzo, proseguiamo per Pra Danèit e seguendo la traccia bollinata di rosso fino a raggiungere la cresta che separa la Val Nuvièrnulis dalla valle del bacino del rio Ambruseit.
Si apre la vista sul versante sud del Sernio, e io lì mi chiedo da dove dobbiamo passare. Non sembrano esserci passaggi logici da fare senza corda. Qui iniziano le sorprese: scendiamo su una traccia aperta in mezzo ai mughi (un lavoro incredibile, una galleria in mezzo ai mughi), alla sella Pra Danéit per poi spostarci sul versante della Val Nuvièrnulis. Da qui saliamo un primo colatoio detritico che sta ai piedi della cresta sud del M.te Sernio. Proseguiamo per tracce tra mughi e percorriamo ancora un colatoio, accompagnati dai diversi aneddoti che Adriano, noncurante della fatica di molti di noi, ha in merito questa salita. Quello che sorprende è il fiuto che certe persone come lui hanno nel trovare passaggi nascosti agli occhi dei più. Tant’è che il tempo vola, e in poco meno di quattro ore ci troviamo sull’anticima sud-est del Sernio. La quale ci riserva un’ulteriore sorpresa. E’ impossibile percorrere la cresta che ci si presenta di fronte. Ci affacciamo quindi su un invaso a ovest che scende per 40 metri. Questo è un passaggio delicato, che permette di raggiungere una piccola cengia che attraversa trasversalmente l’anticima in direzione della cima vera e propria e che termina sul canalone che le divide. Siamo in dirittura d’arrivo, e dopo un centinaio di metri siamo in cima.
In cima ultima sorpresa: stappata la bottiglia di prosecco di rito, un paio di fette di salame… e.. manca qualcuno. Zitto zitto Enrico si è preparato per una discesa alternativa. Dopo pochi minuti, analizzata la direzione del vento, ci lascia per un fantastico rientro in parapendio.
A noi non rimane che rientrare al rifugio M.te Sernio, dove gli onori di casa questa volta li fa Silvano, instancabile manutentore di questa bellissima struttura. Tra un caffè e un prosecco e birre che non so da dove tira fuori, miriamo e rimiriamo il percorso fatto.
Adriano ci comunica che questo ha preso il nome “La via normale dell’anello” perché permette di creare l’anello con la via normale che sale dal versante nord-est e con la via che parte dallo spigolo nord-ovest.
Come già detto, dedicata alla Sezione Cai di Tolmezzo e al compianto Sergio Liessi.
Visibilmente emozionato, ringrazia tutti noi per il regalo che gli abbiamo fatto venendo con lui a inaugurarlo.
In realtà siamo noi ad essere grati a lui e a suo figlio Emiliano che hanno lavorato per rendere percorribile un percorso in grado di offrire un ambiente incredibile e affascinante. Da percorrere certamente con la consapevolezza che comunque richiede allenamento, capacità alpinistiche e di orientamento.
Questa non vuol essere la relazione della via. Ci hanno già pensato gli autori ad elaborarla, ed è di prossima pubblicazione sulle riviste del Cai.
Questo vuol solo essere il giusto omaggio a chi ha dedicato il proprio tempo a realizzare un sogno che arriva fino a noi.
Alessandro Benzoni
Mi piace la ricerca, l’intuizione e la passione . Complimenti a tutti, ma ad Adriano Va molto di più.
Ciao a tutti,ho percorso l’itinerario premesso che non avevamo relazione non ci sono stati comunque problemi visto l’abbondanza di segnalazioni.Una sola cosa ci aveva lasciato un po perplessi,ben prima di Pra Daneit si presenta un bivio senza indicazioni.A rigor di logica ci siamo tenuti sulla sinistra e proseguito senza problemi.La curiosità di questo mi ha spinto a scrivere.Comunque i nostri complimenti per l’incredibile lavoro sulle mughete e il naso per l’ itinerario.Grazie
Carlo Londero Sottosezione Buja CAI Gemona
Scusa il ritardo, la deviazione porta sulla cima della Pale dai Laris, la cima più alta e sperduta della Cresta di Palasecca che termina a sud con il Monte Palevierte ed il Cuel Mauron che invece si raggiungono con il comodo sentiero CAI 412 dalla piana di Lunge.